La dermatite seborroica (DS) è un’affezione infiammatoria
della cute ad andamento cronico-recidivante che coinvolge
principalmente sedi come il cuoio capelluto, il volto, la regione
sternale, il condotto uditivo edil dorso. Le recidive o riacutizzazioni
possono sopraggiungere sia in risposta a stimoli esogeni
(freddo, ridotta esposizione solare) che endogeni (stress
emotivo, deficit immunitario,farmaci, etc).
La manifestazione clinica è variabile, dalle forme paucisintomatiche che interessano solo il cuoio capelluto, con modesta desquamazione
fino alle forme che colpiscono oltre al viso vaste zone cutanee, con infiammazione , prurito e desquamazione
Le aree più colpite sono invariabilmente quelle a maggior densità di ghiandole sebacee. Quando la malattia interessa zone visibili, con flogosi, cute grassa e desquamazione evidente, il soggetto si sente
esposto al giudizio altrui, con notevole compromissione psicologica.
Patogenesi
L’aggettivo “seborroica” suggerisce una patologia a carico della
ghiandola sebacea, o comunque un’alterazione della regolazione
sebacea. In realtà, benché in molti pazienti con Dermatite Seborroica la cute si presenti grassa, la quantità di sebo prodotta non è necessariamente aumentata ed alcuni studi
hanno dimostrato che essa può essere minore di quella fisiologica
Fattori coinvolti nella patogenesi della malattia:
qualità del sebo, piuttosto che la quantità
fungo del genere Malassezia
suscettibilità individuale
In questo contesto il ruolo primario è giocato dalla suscettibilità
individuale, intesa sia come aumentata sensibilità verso i prodotti
della degradazione catabolica del sebo da parte della flora
commensale, sia come alterazione qualitativa della secrezione
sebacea da parte del soggetto con Dermatite Seborroica , sia come alterazione quali-quantitativa del profilo lipidico cutaneo, plasmatico e delle membrane eritrocitarie. Le nuove metodologie per l’analisi
quali-quantitativa del sebo hanno, infatti, riscontrato una diversa
composizione di questo fluido nei pazienti con Dermatite Seborroica
Ruolo del sebo
Regolazione
Il prodotto delle ghiandole sebacee nell’uomo differisce da
quello di tutte le altre specie di mammiferi perché svolge funzione
eminentemente protettiva, su una cute glabra totalmente esposta all’ambiente esterno.
Mentre nei mammiferi la funzione è di tipo prevalentemente
sessuale (feromoni), nell’uomo la sottile pellicola di sebo che
copre le aree a maggior densità ghiandolare (fronte, padiglione
auricolare, ali del naso, etc) protegge la sottostante epidermide
dalle radiazioni UV, dal freddo, dalla perdita di acqua trans-epidermica, dall’ingresso di patogeni esterni, etc.
La secrezione sebacea è regolata dagli androgeni circolanti, e
ciò spiega l’assenza di malattia prima della pubertà.
In condizioni fisiologiche il sebo neoformato è particolarmente ricco
di trigliceridi, cere esterificate e squalene, con quote minoritarie
di acidi grassi liberi e colesterolo
Nelle ore successive alla secrezione, esso è sottoposto a due
Importanti eventi metabolici:
1) a contatto con l’ossigeno alcune componenti del sebo
vanno incontro ad ossidazione;
2) la flora cutanea, soprattuttoquella fungina (Malassezia), metabolizza i trigliceridi in digliceridi e monogliceridi, e questi in Acidi Grassi Liberi
Ne consegue che il sebo meno recente (metabolizzato) presenta
una composizione diversa da quella del sebo di neosintesi non
ancora sottoposto a metabolismo ossidativo e microbico.
La componente maggiormente interessata dal catabolismo fungino
è data dai trigliceridi, che si riducono di circa il 50%, mentre
gli Acidi Grassi Liberi aumentano di oltre il 50%.
Gli acidi grassi liberi sono molecole meno stabili e particolarmente esposte alla perossidazione, con formazione
di sostanze immunologicamente attive.
Il ruolo della perossidazione lipidica nell’indurre attivazione del sistema immunitariocon conseguente risposta infiammatoria, è ben noto ed è comune a molte patologie dall’aterosclerosi al diabete
Malassezia
Nel 1874 l’istopatologo francese Malassez individuò nei pazienti
con DS del cuoio capelluto un’elevata prevalenza del fungo Pityrosporum, successivamente classificato Malassezia
Un’elevata densità di Malassezia è stata successivamente
riscontrata da altri studi.
Nel neonato, la stimolazione delle ghiandole sebacee da
parte degli androgeni materni induce la rapida crescita di colonie
di Malassezia, che scompaiono con l’esaurirsi della produzione
sebacea per ricomparire solo alla pubertà.
Benché la presenza di questo lievito appaia quindi come condizione
necessaria per la comparsa della Dermatite Seborroica sia nel bambino che nell’adulto, la relazione causale fra Malassezia e dermatite seborroica rimane ancora ambigua.
L’ipotesi più accreditata è quella che vede alcuni ceppi di Malassezia
coinvolti nella formazione di sostanze immunogene.
Ad oggi sono stati isolati dieci differenti specie di Malassezia,
tutte capaci di colonizzare la cute umana, eccezione di M.
pachydermatis. Delle nove specie commensali, due sono prevalenti
nell’uomo, M. globosa e M. restricta.
Inoltre, studi recenti hanno individuato in alcuni stipiti di
M. restricta l’agente etiologico maggiormente coinvolto
nella patogenesi della Dermatite Seborroica . Tutte e nove le specie summenzionate sono produttrici di lipasi e sono in grado di scindere i trigliceridi
Studi recenti hanno dimostrato che nei pazienti con
Dermatite Seborroica è di più frequente riscontro un fenotipo di M. restricta, privo dell’involucro lipidico esterno.
Nei pazienti con dermatite seborroica/forfora
Malassezia utilizzerebbe i lipidi cutanei per il suo sostentamento e non per la formazione della barriera lipidica; conseguentemente il
fungo diventa “visibile” al sistema immunitario dell’ospite, inducendo infiammazione
Dalla demolizione dei trigliceridi si formano acidi grassi, sia
saturi (acido stearico, etc) che insaturi (acido oleico, acido linoleico,
etc).
Questi prodotti del catabolismo dei trigliceridi sono, insieme allo squalene, particolarmente inclini alla perossidazione.
Nella forma ossidata, i lipidi cutanei diventano rapidamente
immunogeni e stimolano il richiamo di neutrofili e macrofagi
La suscettibilità individuale
Affinché l’intero ciclo si compia sono necessarie due condizioni:
1. alterato profilo metabolico
lipidico (con conseguente compromissione della funzione barriera );
2. ridotta difesa antiossidante
da parte dell’ospite;
Come precedentemente citato, benché i soggetti con Dermatite Seborroica presentino cute grassa, la quantità di sebo secreto non è necessariamente più abbondante. Al contrario, la qualità del sebo e
dei lipidi sistemici e cutanei risulta sensibilmente alterata.
Come prima anticipato, studi recenti hanno dimostrato che in
questi soggetti si può riscontrare un fenotipo di Malassezia privo
del rivestimento lipidico esterno che lo rende più patogeno,
in quanto stimola maggiormente il sistema immunitario
dell’ospite.
Nei soggetti suscettibili la deplezione dei lipidi intercellulari dello strato corneo obbliga questo particolare fenotipo ad utilizzare gli acidi grassi liberi come fonte di energia, sottraendoli in tal modo alla formazione del film lipidico.
Un altro fattore importante di suscettibilità individuale risiede
nella esagerata reazione infiammatoria prodotta dal soggetto in
risposta agli acidi grassi e agli altri metaboliti rilasciati da Malassezia.
L’infiltrazione cutanea di queste sostanze stimola, infatti,
la proliferazione delle cellule epidermiche, con aumentato
turnover e conseguente desquamazione.
È possibile attribuire un importante ruolo nell’insorgenza della
patologia non solo ai lipidi prodotti dalla ghiandola sebacea,
ma al metabolismo lipidico in senso generale; i soggetti affetti
da dermatite seborroica presentano, infatti, anche una diversa
composizione, rispetto ai soggetti sani, degli acidi grassi plasmatici.
Sin dall’inizio degli anni ‘90 alcuni studi avevano documentato
il deficit di acidi grassi PUFA nel plasma di soggetti
con Dermatite Seborroica . In particolare, è stato evidenziato un deficit di acidi grassi polinsaturi associato a una significativa riduzione di vitamina E anch’essa plasmatica. L’alterazione
consisteva nello sbilanciamento a favore degli acidi grassi saturi, con riduzione dei PUFA ( Omega-3 e Acidi Grassi Polinsaturi )
e conseguente alterazione della fluidità delle membrane cellulari.
Più recentemente, sempre in pazienti con Dermatite Seborroica , il deficit di PUFA è stato riscontrato anche nelle membrane eritrocitarie, rappresentative delle riserve sistemiche di acido arachidonico,
L’analisi del profilo lipidico, nei pazienti con DS, ha dimostrato
la presenza di un alto livello di acidi grassi saturi, un aumento di acido arachidonico (indicativo dello stato infiammatorio del soggetto) e una diminuzione dei livelli di omega-3 EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico)
È stato quindi possibile ipotizzare che
l’alterazione dell’equilibrio lipidico della membrana cellulare,
a vantaggio di acidi grassi saturi e acido arachidonico,
potrebbe costituire un fattore aggravante dell’infiammazione
nei pazienti affetti da Dermatite Seborroica
Lo stesso squilibrio si osserva anche a livello dello strato corneo,
con riduzione del colesterolo, delle ceramidi e degli acidi grassi liberi. Non è nota la causa primaria dello squilibrio saturi/insaturi, ma nei bambini con Dermatite Seborroica in fase attiva si registra
una transitoria riduzione rispetto a bambini sani della D-6-desaturasi,
l’enzima che converte gli acidi grassi saturi in insaturi; questi valori si normalizzano in caso di remissione della malattia.
Considerando le alterazioni lipidiche riscontrate sia a livello
plasmatico, sia molecolare, sia a livello sebaceo, è possibile
ipotizzare che i lipidi epidermici potrebbero non essere correttamente sintetizzati e dare luogo ai fenomeni desquamativi
e infiammatori della dermatite seborroica.
In questo contesto un ruolo importante è giocato dalla bilancia
ossidativa.
In presenza di una forte barriera antiossidante, la produzione di acidi grassi liberi e squalene ossidato sarebbe infatti contrastata, e con essa la stimolazione immunitaria.
La vitamina E è il più importante antiossidante attivo in fase lipidica,
in particolare nelle membrane cellulari. La riduzione di vitamina E a livello cutaneo induce aumentata ossidazione dei lipidi sebacei, in particolare dello squalene (squalene perossido),un potente trigger infiammatorio
Nei soggetti con DS è stato osservato non solo il deficit di PUFA ma anche di vitamina E
L’incremento di lipidi ossidati determina aumentata sintesi e
rilascio di mediatori pro-infiammatori come l’interleukina-6
e la IL-beta. Queste sostanze richiamano dal circolo periferico
cellule dell’immunità, in particolare monociti e macrofagi,
che danno l’avvio al processo flogistico e desquamativo.
I monociti ed i macrofagi, infatti, sotto lo stimolo delle citochine
infiammatorie prima menzionate, rilasciano sostanze citolitiche responsabili sia della flogosi di superficie (eritema) sia di
aumentato turnover cellulare, con conseguente desquamazione
(forfora e prurito)
Terapie sintomatiche Nonostante l’elevata diffusione della malattia ed il grave carico psicologico che ad essa si associa,
la Dermatite Seborroica continua ad essere oggetto di trattamenti prevalentemente sintomatici. Questi trattamenti prevedono farmaci per la riduzione della flogosi (topici con azione cortison-like), per la riduzione della carica fungina (antimicotici)
e per il riequilibrio del sebo e della forfora (detergenti efficaci ma non aggressivi).,
Terapie etiologiche
Se si tiene conto dei meccanismi causali prima descritti, il farmaco
ideale per il trattamento della Dermatite Seborroica dovrebbe essere dotato di tre differenti attività:
1) modificare il profilo lipidico c(qualità del sebo);
2) ridurre lo stress ossidativo a livello cutaneo
3) inibire il rilascio di citochine infiammatorie
(l’approccio terapeutico al trattamento della Dermatite Seborroica deve tener conto delle alterazioni lipidiche modulando la predisposizione individuale e l’infiammazione con la somministrazione . )
Si può praticare con discreto successo una terapia che utilizzi sostanze in grado di intercettare le principali vie
metaboliche sottese alla patogenesi , come , ad esempio ,laBiotina ed alcuni nutraceutici (Omega 3).Attualmente è di grande rilevanza la regolazione della flora batterica intestinale (microbiota).Infatti una moderna terapia della dermatite seborroica prevede fondamentalmente una ottimizzazione del comportamento alimentare e l’assunzione di adeguati probiotici che possano intervenire sul suddetto microbiota.